Villa Pallavicini

 

Aprile 2009

 

21.30

LABORATORIO DI CABARET 

        VIVIANA  PORRO  presenta un gruppo al femminile con ospiti anche maschili

da Zelig, Colorado Café, ….

 

DIVERTIRE E DIVERTIRSI

Comiche miste variegate, un appuntamento quindicinale

VENERDI 10 ore 21.00

Ogni secondo Venerdì del mese

una rassegna aperta a tutti coloro

che vogliono salire sul palco e leggere

la propria produzione o enunciare quella altrui

Ogni autore avrà a disposizione dieci minuti

Per partecipare è sufficiente presentarsi mezz’ora prima

dell’inizio della serata

VENERDI 17 ore 20.00  
SABATO 18 dalle ore 9.30

I PARCHI ADRIANO, MEDIA VALLE DEL LAMBRO, MARTESANA 

PROGETTI INCOMPIUTI. QUALE FUTURO?

 Su questo tema si terrà un

Incontro 

con amministratori, urbanisti e ambientalisti.

 Sono stati invitati per partecipare alla tavola rotonda:

  • Luca Cecattini, presidente del Parco della Media Valle del Lambro,

  • Marco Cipriano, vicepresidente del Consiglio Regionale,

  • Pietro Mezzi, assessore al territorio della Provincia di Milano,

  • Carlo Masseroli, assessore all’urbanistica del Comune di Milano,

  • Maurizio Cadeo, assessore all’ambiente del Comune di Milano,

  • Nella Brambilla, assessora all’ambiente di Sesto S. Giovanni,

  • RenatoMagni, assessore all’ambiente di Brugherio,

  • Raffaele Cantalupo, assessore all’ambiente di Cologno,

  • Renata Marotta, presidente della commissione ambiente della Zona 2,

  • Giulio Gandolfi, presidente della commissione urbanistica della Zona 2,

  • Leo Sichel, presidente della commissione urbanistica della Zona 3,

  • Francesco Borella, consulente del Parco della Media Valle del Lambro,

  • Luigi Bulgheroni, architetto,

  • Consiglieri di Zona .

Programma della mattinata

  • 9.30    proiezione video sui parchi e corsi d’acqua in zona 2

  • 9.50    presentazione dei lavori

  • 10.00  esposizione progetti: Parco Media Valle del Lambro, parchi Adriano e Martesana ( architetti Francesco Borella e Luigi Bulgheroni)

  • 10.20  intervento presidente del Parco della Media Valle del Lambro

  • 10.30  interventi dei partecipanti alla tavola rotonda

  • 11.45 interventi di consiglieri di zona, associazioni, cittadini

  • 12.30 proposte conclusive

 

Coordina Franco Beccari  ( Lega ambiente)

 Tutti i cittadini sono invitati

I promotori : Comitato “ Vivere in zona 2”, Lega Ambiente di Crescenzaggo, Parco della Media Valle del Lambro, Associazione Villa Pallavicini

MARTEDI 21 ore 21.30

LABORATORIO DI CABARET 

        VIVIANA  PORRO  presenta un gruppo al femminile con ospiti anche maschili

da Zelig, Colorado Café, ….

 

DIVERTIRE E DIVERTIRSI

Comiche miste variegate, un appuntamento quindicinale

GIOVEDI 23  ore 19.00

VERSO UNA REALE INTEGRAZIONE:


CICLO DI OTTO CONFERENZE SULLE NORME CHE REGOLANO LA PERMANENZA DEGLI STRANIERI IN ITALIA  E LA CONVIVENZA  CON GLI ITALIANI E LA LORO CULTURA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO: organizzazione e legislazione della scuola italiana – I CTP, una opportunità per tutti.

Relatrice: Renata Averna

Gli interventi  sono tradotti in lingua araba e inglese

(Relations translated in Arab and English language)

Leggi i contenuti degli incontri già avvenuti

DOMENICA 26 ore 21.00 organizzato da ANPI CRESCENZAGO in collaborazione con Villa Pallavicini
 

Lo Spettacolo
Ho da ir vuol dire devo andare nel dialetto di Frontale (Valtellina): un paese di minatori emigranti. Go de andar vuol dire la stessa cosa nel nostro dialetto di Sondalo, pochi chilometri a valle, ridente borgo alpino cresciuto intorno ad un grande complesso sanatoriale: un paese di immigrati. Noi abbiamo fatto un po’ di confusione e abbiamo creato Go da ir.
Godair, è uno spettacolo sull’emigrazione italiana del primo novecento. Al contrario di ciò che la scelta del titolo può far pensare (scelta legata all’assonanza dell’espressione Godair con le parole inglesi go e God, senza contare che ire in latino vuol dire proprio “andare”), noi non portiamo in scena storie di migranti valtellinesi, ma vogliamo parlare, in generale, del fenomeno dell’emigrazione. Il nostro intento, è stato inizialmente quello di rilettere sull’esperienza del popolo italiano come popolo migrante, perché, in tempi in cui il razzismo è sdoganato dalla politica, abbiamo sentito l’esigenza di ribadire che, fino a non molto tempo fa, era proprio dalle zone più depresse dell’Europa, come l’Italia, che partivano i disperati in cerca di fortuna. Col proseguire del lavoro, però, ci siamo resi conto che era sul tema più generale del
viaggio verso la felicità ed il benessere che stavamo effettivamente lavorando ed abbiamo continuato in quest’ultima direzione. Infatti non ci interessa proporre una ricostruzione storica esatta e nemmeno raccontare le esperienze di alcuni singoli emigrati: quello che ci interessa è usare il nostro passato come pretesto per dipingere, con tecnica naif, un movimento, direi quasi a spirale, uguale per tantissimi, ieri come oggi: quello che va dalla decisione di partire al ritorno in patria e passa attraverso la dura condizione dell’essere straniero. Questo, prendendo spunto e forza da quella dignità nella povertà, che secondo Pasolini era il contrassegno principale delle diverse culture precapitalistiche italiane, urbane e rurali, e che tanto spesso pare proprio di vedere come in un’icona nelle vecchie fotograie dei nostri emigranti.
Godair è uno spettacolo povero: povera la scenograia, scarno il testo, poveri noi (come attori!). I nostri personaggi se ne vanno in America perché sono poveri contadini. Stanchi del mondo che abbandonano, vengono immediatamente incantati dall’immagine del mondo che vogliono conquistare: nelle città, la pubblicità parla di uno stile di vita che non esiste, ma non lo sa nessuno, mentre il cinema dei primi decenni del novecento regala ai nostri un immaginario forte, che può attenuare l’orrore di una realtà degradante con il sogno dell’Happy End.  L’estetica di fondo è quella del ilm muto. I personaggi si muovono come le marionette di una pantomima musicale e viaggiano nella loro America senza perdere quest’attitudine adincarnare gli stereotipi che un po’ vengono loro appiccicati e un po’ si sanno reinventare.  E così, si atteggiano a divi del meló con la stessa facilità con cui si adattano al ruolo del teppista dal coltello facile. Ora vittime, ora carneici, in realtà possono scegliere solo come interpretare lo stesso ruolo, quello loro affidato da un oscuro macchinatore: quello di bestie da soma. O almeno, questa è la condizione, finché non si trova la via del riscatto. E tuttavia, i nostri emigranti sono sempre felici di scoprire e consapevoli di vivere, comunque, una meravigliosa avventura. “Sempre allegri bisogna stare, ché il nostro piangere fa male al re”, diceva Dario Fo. E allora, allegri! Appena si può si canta e si balla. Magari la musica Yiddish, perché è la musica di un popolo che si voleva costringere a scomparire dalla faccia della terra, all’epoca in cui emigranti voleva dire deportati, fantasmi. E poi, forse, i nostri emigranti sono anche loro Yiddish. O forse il punto è che,da qualche tempo a questa parte, siamo tutti, potenzialmente, ebrei erranti. Godair, dunque devo andarmene. E speriamo di no.

 

Chi siamo
La compagnia Hasta e Basta nasce nel lontano 1995, per iniziativa di alcuni giovani dell’omonimo Centro di Aggregazione di Sondalo (Sondrio). Pare, che il nome fosse originariamente ispirato al famoso motto rivoluzionario “Hasta la victoria, siempre!”, cui si sarebbe voluto affiancare il “Basta” per dire “smettiamola di ripetere meccanicamente slogans e facciamo qualcosa per noi!”. Così, si è cominciato a fare teatro.
Dal 1997, grazie all’incontro con il regista Davide Benedetti, il gruppo prende a lavorare in modo via via più professionale, ino a sviluppare e consolidare, negli ultimi anni, un metodo ed una poetica propri. Dal 2002 la compagnia, prima composta da una quindicina di persone, ha cinque attori: Gian Piero Arigossi, Deborah Besseghini, Giacomo Menini, Sergio Partesana ed Eleonora Montagni, che ha preso il posto di Monica Valmadre nel 2006. Con Newa Zaretti, truccatrice e curatrice d’immagine, il gruppo è al completo.
Tra gli spettacoli prodotti, tre hanno partecipato a rassegne e festival di livello internazionale: Gli Eroi del Circo senza Luna (FestTeatro, 2000); Il canto del Cigno del Pettirosso Nero (Festivál Internaciónal de Cazorla – Granada, 2003) e Godair (Benevento Città Spettacolo, 2008). Altri lavori sono stati presentati in Lombardia e in Svizzera, come Acquasanta, che nel 2004 ha partecipato al Festival delle Acque di Lodi e a FestTeatro. All’interno del proprio percorso di ricerca teatrale, la compagnia ha cercato nuovi stimoli  nel confronto con maestri di altre culture teatrali. Gli attori del gruppo hanno seguito il lavoro e gli insegnamenti di Rena Mirecka (teatro-laboratorio di Jerzy Grotowski - Polonia), Yves Lebretón (mimo francese), Roberta Carreri (Odin Teatret - Danimarca), Maria Grazia Mandruzzato (attrice di Thierry Salmon), Eugenio de Giorgi (esperto di Commedia dell’Arte, attore di Ferruccio Soleri) Francesco Mazza ed altri. Nel corso degli anni, inoltre, sono stati organizzati laboratori con esperti di teatro, musica e danza; tra gli altri: il gruppo di maestri indiani Milon Mela; la danzatrice di Kathakali Maryse Noiseaux, dal Kerala, India; il percussionista, esperto di ritmi sudamericani, Andrea Ceccaroli; la danzatrice italo-olandese Barbara Toma; la danzatrice Marcella Fanzaga; l’attore Gianni Lamanna. Dal 1997 i membri del gruppo si occupano con continuità della conduzione di laboratori teatrali in Provincia di Sondrio, dai quali hanno preso vita diversi spettacoli amatoriali, realizzati da adulti e ragazzi.

GIOVEDI 30 ore 21.00  
SABATO 9 maggio ore 21.00  
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Per prenotazioni e/o informazioni telefonare al 02 2565752 (anche fax)

ASSOCIAZIONE CULTURALE VILLA PALLAVICINI

Via Meucci 3 20128 Milano. Telefono e Fax 02 2565752 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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