Villa Pallavicini

 

INSEGNARE L’ITALIANO IN VILLA

Alcuni spunti metodologici

1.  E’ consigliabile privilegiare il metodo globale (che parte con le prime frasi: “Io sono....”, “come ti chiami....”, “Da dove vieni?....” ) in cui le singole parole vengono apprese come parte di un’espressione ed assumono significato nella frase. Il metodo sillabico rischia di generare confusione soprattutto negli arabofoni e cinesi che hanno più difficoltà a riconoscere sillabe e suoni. Le varie espressioni lessicali andrebbero subito esercitate con la ripetizione (si presentano l’un l’altro, un compagno presenta un altro usando la terza persona....) e memorizzate. Ciò allo scopo di cominciare a fissare nuovi suoni e abituarsi a individuare i confini delle parole, attribuendo loro un significato legato ad un contesto reale. 


2.  All’inizio è meglio proporre solo i caratteri stampati maiuscoli, anche quando si scrive alla lavagna 


3.  Si potrebbe decidere di usare soprattutto il quaderno e lasciare il libro in bianco utilizzandolo per rifare nuovamente gli stessi esercizi, magari a casa. 


4.  E’ meglio utilizzare ampiamente la lettura dei segni-parole che punteggiano la vita quotidiana (cartelli, volantini pubblicitari, avvisi, insegne, piccoli messaggi.....) per dare avvio al lavoro di discriminazione visiva, confronto, riconoscimento ed analisi che il processo di alfabetizzazione richiede, non dimenticando cosi il carattere 
funzionale/strumentale, dell’apprendimento della nuova lingua per gli utenti (o frequentanti) i corsi della Villa.

5.  Fare largo uso di immagini con parole “piene” di significato, non desuete, ma attingendo sempre nei termini ad alto uso e inerenti a campi semantici concreti, può servire a formare velocemente un pacchetto di circa 250 “parole amiche” per costruire i primi semplici, ma chiari e corretti messaggi. 


6.  Per verificare i progressi e rendere più partecipi dell’apprendimento si potrebbe stilare un elenco delle parole conosciute da aggiornare progressivamente, trascrivendole gia’ con l’articolo, quasi sempre presente nella lingua parlata. 


7.  Nel contesto e nell’uso le parole possono prima essere conosciute globalmente, poi smontate, riconoscendo vocali, sillabe, consonanti.... 


8.  Particolare attenzione andrebbe prestata al riconoscimento delle vocali e alla loro giusta pronuncia perché sono la base per l’apprendimento delle sillabe. (Gli arabofoni in particolare, non distinguono O/U e E/I) 


9.  Dopo il riconoscimento delle vocali si può procedere alla presentazione delle sillabe, sempre desunte da parole alta frequenza e lavorare con gruppi sillabici, per trovare nuove parole ( es: sillaba MA: Matita, mare, male, Maria, mangiare......poi con la stessa sillaba nella parola, alla fine ....)

10. Si può proporre di dividere e copiare a pezzi le parole, fare dettati di vocali, sillabe, parole apprese per raggiungere gradatamente la correttezza ortografica (alla nostra utenza serve più comprendere e parlare piuttosto che scrivere) 


11.  E’ consigliabile rispettare la cosiddetta “fase del silenzio”,  caratteristica dell’apprendimento di ogni lingua straniera (capisco, ma non riesco a parlare o mi vergogno....). Per superare incertezze, imbarazzi o insicurezze è utile far ripetere in coro le parole o frasi.

12.  Schema di lezione/tipo, proposta in corsi di aggiornamento:

*         Chiedere come va, se si è provato a parlare o a leggere qualcosa

*         Richiamare la lezione precedente con semplici domande

*         Spiegare che cosa si imparerà oggi

*        Ascolto di una breve lettura fatta dall’insegnante e relative domande di comprensione orale

*        Letto/scrittura e individuazione delle regole grammaticali presenti

*         Arricchimento lessicale

*         In conclusione dell’attività  si può porre la domanda “che cosa ho imparato oggi?” sia per riepilogare i contenuti proposti, sia per una verifica della loro comprensione e, contemporaneamente, cercare di presentare l’argomento della lezione successiva per creare l’aspettativa e motivare l’apprendimento e la frequenza continuativa. 


         13.  Altre proposte potrebbero riguardare la ricostruzione della propria storia personale per dare voce e spazio ai loro vissuti, raccogliendo poi gli elaborati in una piccola pubblicazione a fine anno.

(si può vedere, per questo progetto, il bellissimo lavoro “Il nostro viaggio” realizzato da una classe di livello 01 con i loro insegnanti)

14. Altra strategia didattica coinvolgente è il “role play”, ossia la drammatizzazione di una situazione comunicativa (in negozio, dal medico, prendo un appuntamento, scambio un numero telefonico, chiedo indicazioni stradali o per prendere un mezzo pubblico...tutto quello che la creatività personale suggerisce, insomma..) in cui esercitare le strutture linguistiche apprese attraverso la simulazione.

15.  Per quanto riguarda la nostra comunicazione orale, crediamo sia utile tenere presente i seguenti accorgimenti:

*       Parlare lentamente, scandendo le parole

*         Usare possibilmente frasi brevi, sempre di elevata comprensibilità

*         Dare una sola informazione per frase

*         Evitare sinonimi, meglio ripetere il nome e fare un uso limitato di pronome

*         Nella costruzione della frase rispettare l’ordine soggetto, verbo, oggetto

La dispensa che si propone per il livello 00 e 00+ è basata su un testo che procede con il metodo globale, intrecciandolo con quello analitico. Ogni unità didattica è contestualizzata e dopo l’approccio comunicativo generale, passa ad analizzare il lessico e le sillabe che lo compongono, i contenuti grammaticali e strumentali per l’avvio alla letto -scrittura.

Un’ultima segnalazione:  nella pubblicazione  “GUIDA INTERGALATTICA PER IL PIANETA L2” a cura del progetto FIL ROUGE , reperibile presso la Villa,  sono contenute indicazioni bibliografiche preziosissime  relative a testi di approfondimento didattico, per il lavoro in classe e per le singole specificità.

Concludendo, ribadiamo che il nostro intento è stato solo quello di fissare alcune questioni didattiche che abbiamo ritenuto significative e che sono emerse nei nostri incontri, ma non intendono essere esaustive, nè sostituirsi a metodologie ed interventi personali.

 Buon lavoro ed aspettiamo altri consigli che sono fondamentali per arricchire  e condividere la nostra esperienza.

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Donne ad alta voce...

Chi siamo? Siamo ex allieve dei corsi di italiano della Villa...

Siamo partite a incontrarci sull’onda dell’interesse e della pratica negli eventi di letture ad alta voce in pubblico (reading) che fioriscono numerosi nella nostra città. 

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